Giancarlo Giordano - Coppia, particolare

Umani

Canale d’Alba, Chiesa di San Giovanni – 9-31 ottobre 2021

Umani Locandina

Mostra di pittura a cura del Collettivo Artisti per Caso.

Canale d’Alba, chiesa di San Giovanni.

Sì. L’arte non è fine a se stessa: è un ponte, non un fine.

Marina Cvetaeva

Giancarlo Giordano torna a incantare il pubblico con il suo universo pittorico, fatto di storie, volti ed espressioni definite a spatolate accese dai toni biaccosi.

Universi sospesi in cui regna l’oblio, scenari infernali che l’artista ha conosciuto e vissuto per oltre ventitré anni, quand’era infermiere presso l’ospedale psichiatrico  di Racconigi.

Questo suo popolo, un’umanità scomoda, reclusa e abbandonata dalla società civile, torna a far sentire la propria voce in occasione della mostra intitolata “Umani”, che prende il via sabato 9 ottobre presso la chiesa di San Giovanni a Canale d’Alba.

La rassegna è curata dal Collettivo Artisti per Caso e corredata da un suggestivo catalogo, all’interno del quale si ritrovano gli interventi critici di Ida Isoardi, Giorgio Barberis, Marco Neirotti, Tommaso Salzotti e Giovanni Tesio, oltre a una sentita presentazione del curatore Francesco Occhetto. Un Catalogo che, come scrive quest’ultimo, vuole “farsi testimonianza e costituire una sorta di traccia ricapitolativa dell’attuale produzione di un artista tanto appartato quanto sorprendente e contemporaneo”.

Anna Cavallera
Acchiappamostre – Corriere di Saluzzo

Che cos’è l’arte? si chiese un giorno Andrej Tarkovskij.
Rispose: «È una dichiarazione d’amore, una dichiarazione di dipendenza dagli altri uomini, una confessione, un atto inconsapevole, ma che rispecchia l’autentico significato della vita: l’Amore e il Sacrificio».

Anche per Giordano l’arte è stata una dichiarazione d’amore, un modo spontaneo di fornire ai propri sconosciuti interlocutori «un nutrimento, una spinta, un pretesto per un’esperienza spirituale».

Ciò che emerge dal lavoro di Giordano – dai suoi quadri come dalle sue sculture – è un inferno vivo che insieme riporta anche sfumature di dolcezza e di misericordia.

L’intento artistico di Giancarlo Giordano è inscindibile dalla sua parabola esistenziale: testimone in prima persona del dramma sociale e politico che è stata la lunga esistenza dei manicomi in Italia, Giordano si fa carico della sofferenza degli esclusi, degli ultimi, portandola a vivere sulla tela.

Si distinguono due periodi nel suo stile pittorico: uno anteriore all’entrata come operatore sanitario nel manicomio di Racconigi, caratterizzato da puro estetismo verso l’arte e i colori; e un altro, sorto proprio a contatto con l’esperienza manicomiale.

Aver conosciuto la disperazione di così tante anime segnate dalla malattia psichica, di così tante esperienze di abbandono, solitudine e incomprensione, ha reso la sua arte un simbolo universale contro l’esclusione dei più deboli.

Le opere di Giancarlo Giordane esposte nella Chiesa di San Giovanni a Canale, selezionate da Francesco Occhetto, incarnano il dolore dei pazienti incontrati nella ventennale esperienza del manicomio di Racconigi e si trasformano in una manifestazione universale della sofferenza dell’uomo di ogni tempo e paese.

Donne e uomini internati, disadattati sociali, amici, in ogni soggetto delle tele di Giordano si diviene spettatori del dramma collettivo che racchiude la fragile natura dell’essere umano sin dalla notte dei tempi. 

Francesco Occhetto
Curatore della mostra